Il 6 marzo annotavo su un foglietto a margine della poesia “Come tu vuoi” di Mario Luzi, nella raccolta “Il silenzio, la voce”.
LE EMOZIONI.
Come descrivere e trasmettere le proprie emozioni. Il discorso di una pedagogia delle emozioni.
Considerazione di oggi. Le nostre giornate sono scandite da apparizioni silenziose che interrompono il flusso continuo di gesti ripetuti. Ci sorprendono perché siamo noi in grado di coglierle, ma in quanto segnali inviatici dal mondo esterno. Proviamo a lavorare ad un diario quotidiano di queste apparizioni, che non devono essere cercate, ma bisogna lasciarsi sorprendere e quindi essere sintonizzati costantemente. Questa è la sfida.
Sempre ieri mattina, dopo aver letto diverse poesie di Mario Luzi nella stessa raccolta, ho maturato una sensazione anche a fronte di quanto sto esplorando nell’opera di Toni Serra/Abu-ali, che descrivo così: “Anche la poesia letta e riletta nel tentativo di ri-acciuffare momentaneamente quelle rivelazioni strappate dall’apnea di vorticose corrispondenze di parole esatte che si accoppiano e puntellano in una costruzione solida ma fragile allo stesso tempo e nel suo attraversarle da cima a fondo, ripetendone il percorso più volte, può generare quel senso di vertigine ipnotico, dove ti sorprendi immobile.
Eleggere figure d’immobilità
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