Durante il laboratorio sperimentale presso il centro di creazione e ricerca aritstica CRA’P a Mollet del Valles (Spagna), nel momento di coinvolgimento delle bambine ad imitare l'apparizione e sparizione delle cortecce colorate nel rettangolo di proiezione, le ho esortate ad anticipare i movimenti. Ho usato questa parola per suggerire un modo per mantenersi in un movimento costante, senza interruzioni, non immobili, nell’attesa del sopraggiungere della forma colorata da imitare. Sottolineavo così l’importanza di farsi trovare pronti.
Tuttavia, mi rendo conto di aver usato il termine sbagliato e del tutto inappropriato. Quello che cerco è proprio il contrario di anticipare. Nell’anticipo di un movimento, non mi pongo in ascolto, metto il mio agire al primo posto; il mio corpo prima dell’ambiente in cui mi muovo.
Ciò che intendo qui invece è il rimanere nel flusso della corrente, e come sottolinea Esther Freixa i Rafols, è molto importante avere la capacità di rimanere nell’azione e non anticiparla, non sopraggiungere prima e nemmeno essere lenti, arrivare dopo, come se ti accadesse qualcosa che è già passato.
Questo esercizio mi ha insegnato quanto sia importante l’attesa in movimento, seppur minimo, dove posso rimanere nella corrente per molto tempo, prima di poter attivare l’intenzione e il movimento decisivo.
Hay algo que me coje, que lo encuentro en ese estado de vigilia, donde soy en movimento minimo.
*da una frase di Esther Freixa I Rafols